Oggi un po’ Carrie Bradshaw con il conto perennemente in rosso, e un po’ Samantha Jones con la voglia di aprire l’armadio e trovare una Birkin bag. Dedichiamo allora i sacrosanti dieci minuti della pausa caffè alla secondogenita di casa Hermès, espressione massima di un lusso senza tempo, che fa sempre bene sognare ogni tanto.
Quante volte abbiamo fantasticato di fare incontri emozionanti, sedute in aereo, come nelle migliori commedie hollywoodiane?
Leggenda vuole che fu proprio ciò che accadde a Jean-Louis Dumas, presidente di Hermès, nel 1984. Dumas trascorse, infatti, il volo Parigi-Londra ascoltando la vicina di posto lamentarsi di quanto la sua borsa fosse troppo poco capiente e quanto faticasse a portarsi dietro tutto ciò che potesse servire a una donna, dal kit di primo soccorso, al biberon, al copione del prossimo film di cui sarà protagonista. Esattamente, un copione, perchè questa famosa vicina altri non era che la più famosa Jane Birkin in viaggio con la figlia di due anni.
I due parlarono per tutto il viaggio del design di una possibile borsa che potesse andare bene all'attrice, finché lei chiese a Dumas: "Perché non fai una borsa più grande della Kelly ma più piccola della valigia di Serge (Gainsbourg, il marito)?". Dopo avergli disegnato un bozzetto sulla sickbag, lui replicò semplicemente: "Lo farò per te".
E così, Birkin fu: la sorella minore della Kelly degli anni ’50 venne alla luce e da quel momento mai l’abbandonò, surclassando la Kelly stessa.
Per il design finale della Birkin, Dumas si è ispirato alla vera primogenita di casa Hermès, nata agli inizi del XX secolo: la Haut à Courroies. Fedele alle radici equestri della maison, questa borsa era stata concepita per agevolare i cavalieri nel trasporto dei propri stivali e della sella, quando ancora non c'erano le automobili, mantenendo comunque una certa eleganza. Dismessi questi panni, la HaC divenne la borsa da viaggio per eccellenza, tuttora utilizzata.
Essenza dello stile e dell’artigianalità francese, il costo e la lunga lista d’attesa per acquistare una Birkin possono sembrare eccessivi, ma, a conti fatti, sono in realtà pienamente giustificati: un artigiano ha bisogno di almeno due anni di formazione per essere in grado di creare una Birkin a regola d’arte e, per la lavorazione dei materiali e il loro assemblaggio, tutto rigorosamente a mano, ci vogliono circa due giorni. Per di più, ogni borsa viene realizzata da un singolo artigiano che usa i suoi tool personali, di conseguenza, non si avranno mai due Birkin uguali.
Il modello classico è quello in pelle arancione Hermès, la controparte francese del nostro rosso Valentino, di forma rettangolare e con due manici che permettono di lasciarla aperta, a differenza della Kelly che, con un unico manico, deve per forza essere richiusa. Nel corso del tempo ne sono state poi realizzate più versioni, in vari colori e pellami.
Nel maggio 2017, da Christie's Hong Kong, la Birkin Himalaya ha battuto ogni record: è stata acquistata per $383,522. La particolarità di questo modello è la sfumatura che viene data artigianalmente alla pelle di coccodrillo del Nilo utilizzata per la sua realizzazione, la quale ricorda le vette innevate della catena montuosa asiatica.
Piccola curiosità? Victoria Beckham ha una collezione personale dal valore di circa 2 milioni di euro, tanto che le è valso l’appellativo di “The Birkin queen”, mentre North West, la figlia settenne di Kanye West e Kim Kardashian ha già una propria Birkin. Personalmente, le carte per l’adozione sono pronte.
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